Alla fine mi sono sganciato, ho posato il libro-tappo e ho ripreso a leggere (per chi non capisce di cosa stia parlando, può raccappezzarcisimi qui).
Complice anche il Kindle, una nutrita libreria di e-books trovata online e Calibre, un bel software free di gestione, appunto, degli ebook.
Ho iniziato proprio con una serie di autori che hanno pubblicato libri che ho amato molto (in ordine crescente, “Manituana”, “Stella del Mattino”, “54”, “Q”, “Altai”) e che si possono trovare legalmente gratis sulla rete: Wu Ming.
E così ho letto alcuni racconti brevi (“Bologna Social Enclave” di WM1&4, “La ballata del Corazza” di WM2, “Città di metallo e di luci”, di WM1, “Dean Martin had a hard on”, di WM1, “Welcome to Israel”, di WM4), ma soprattutto il romanzo “Guerra agli umani”, di Wu Ming 2. Ne ho altri in serbo, ma è finito l’inverno, nel frattempo.
Sulla rete si trovano diverse recensioni, quindi vi lascio googolare se volete sapere di che si tratta.
Io ho trovato, in questo romanzo, alcune caratteristiche che mi piace sottolineare perché hanno reso la lettura molto piacevole e avvincente.
Menziono per primo il puzzle di storie apparentemente slegate, che gradualmente vengono a incastrarsi in un’unica trama. Questo è un elemento che, ad esempio, mi è piaciuto molto anche in “54”, dove le storie sono ancora più lontane e apparentemente impossibili da far incontrare.
Ma principalmente la figura di Marco “Walden”, il “supereroe troglodita”, che decide di darsi alla vita nei boschi come prototipo dell’uomo nuovo che dovrà sopravvivere al crollo di una civiltà ormai condannata. Ecco, al di là delle scelte sul “come” (io ad esempio mi sarei riempito lo zaino – e la valigia – in modo leggermente diverso), mi piace lo spirito di essenzialità che lo anima, credo sia sano. Insomma, molto metaforicamente, ma mi ci sono specchiato.
E in definitiva, alla fine, tra lui, Gaia, Charlie, e qualche altro minore, all’ultimo clic del tasto “next page” un po’ di nostalgia l’ho provata.
Ero in bilico da anni su Wu Ming – lo leggo/non lo leggo – e così mi hai definitivamente fatto propendere per il ‘lo leggo’.
Dunque, consigli su ‘da dove comincio’ sarebbero oltremodo graditi…..
Molte grazie!!
(e concordo su Calibre, semplice e comodissimo)
Ti direi “Altai”, senza dubbio, ma senza “Q” ti manca un pezzo importante. E Q ha certi punti che necessitano di tanta, tanta motivazione, anche se è un romanzo incredibile, secondo me.
Ti direi “54”, che è una sorta di divertissement tra Bologna, Tito, Lucky Luciano e Cary Grant.
Ti direi “Stella del Mattino”, che ritrae la Oxford del primo dopoguerra, con certe personalità e sensibilità indimenticabili.
Ti direi “Manituana”, anzi forse ti dico proprio questo (anche se a me è quello piaciuto di meno, le guerre Mohicane non mi hanno mai conquistato), perché ha un che di magico.
Ma in realtà, perché non iniziare proprio con “Guerra agli umani”?
sì lo so che la curiosity killed the cat, ma dopo quello che hai scritto di Q non posso fare a meno di fare un tentativo.
alla peggio farà un po’ da tappo 🙂
grazie mille!
[…] personaggi e ambienti di “Guerra agli umani” di Wu Ming 2 (di cui ho già parlato qui). La scrittura è sempre ironica, specialmente nelle situazioni. Mi è piaciuto, anche per la sua […]